SOI,12° Congresso internazionale a Milano

Il 21 maggio il Polo Nazionale per la riabilitazione visiva su psicologia e qualità della vita degli ipovedenti

Oltre ottanta eventi con una straordinaria scelta di argomenti e specialità, per un aggiornamento a tutto tondo sull’oftalmologia e la pratica professionale, uniformemente distribuiti nei quattro giorni della manifestazione. È quanto ha promesso la Società Oftalmologica Italiana che, dal 21 al 24 maggio 2014, ha tenuto a Milano il suo 12° Congresso Internazionale.Chirurgia in diretta col femtolaser
In collegamento con diverse sale operatorie si è potuto assistere in diretta a interventi effettuati con laser a femtosecondi (un femtolaser noto per la sua precisione) per effettuare un’avanzata chirurgia della cataratta e la chirurgia refrattiva (ad esempio per correggere la miopia).Letture magistrali e premi SOI
Hanno partecipato diversi specialisti del panorama internazionale, parte dei quali hanno dato un contributo speciale grazie alle loro letture magistrali. Inoltre sono stati conferiti i premi SOI 2014.I temi principali
Si è discusso non solo di cornea, ma anche di chirurgia della retina e traumatologia oculare. Non sono mancati, tra l’altro, interventi su glaucoma, contattologia, cataratta e uveiti. Sono stati affrontati, da un lato, temi afferenti all’oftalmologia pediatrica, mentre dall’altro è stato affrontato il tema dei tumori oculari (vedi melanoma). Si è però dato spazio anche alla riabilitazione visiva.

Il Polo Nazionale su “Effetti psicologici e qualità della vita dei soggetti ipovedenti”
Ha partecipato al Congresso internazionale SOI anche il Polo Nazionale di Servizi e Ricerca per la Prevenzione della Cecità e la Riabilitazione Visiva degli Ipovedenti (presso il Policlinico A. Gemelli di Roma). In particolare, il 21 maggio è stata presentata una ricerca sugli “Aspetti psicologici e qualità della vita dei soggetti ipovedenti” (S. Turco, S. Fortini). Lo studio scientifico sugli ipovedentiIl Polo ha illustrato il suo studio basato su dati raccolti somministrando a 83 persone ipovedenti (18-94 anni) un questionario specifico sulla loro vita quotidiana e, in particolare, su come la riabilitazione visiva modifichi la percezione della qualità della vita.

L’ipovisione causa ansia, depressione e rabbiaLa ricerca parte dalla constatazione che l’ipovisione causa ansia, depressione e rabbia e porti a una “perdita d’indipendenza e limitata vita sociale”. Di conseguenza tende a ridursi l’autostima: questo può incidere negativamente sulle relazioni umane e sul processo riabilitativo stesso.  Un percorso riabilitativo personalizzatoQuindi, è auspicabile “un percorso riabilitativo personalizzato” che tenga conto non solo delle condizioni cliniche dell’ipovedente, ma anche delle sue caratteristiche psicologiche e delle sue relazioni sociali, considerando il soggetto come un tutto, nella sua complessità e nelle sue interazioni. Con quest’approccio “si è osservato un miglioramento nella percezione della qualità della vita, in particolare nei soggetti con deficit visivo centrale”.

Fonte principale: SOI
 

Pagina pubblicata il 19 maggio 2014. Ultima modifica: 26 maggio 2014