Secondo una ricerca condotta al Polo Nazionale Ipovisione, il trattamento con biofeedback darebbe risultati positivi nella riabilitazione visiva dei soggetti ipovedenti.
L’ipovisione e la cecità non possono essere risolte attraverso lenti correttive, farmaci o interventi ma si possono affrontare con la riabilitazione visiva che consiste nell’addestrare ad utilizzare al meglio il residuo visivo con la conseguente riconquista di autonomia per le persone assistite.
A livello mondiale si stima che 1,3 miliardi di persone vivano una qualche forma di disabilità visiva. (1)
L’invecchiamento della popolazione aumenta il rischio e l’incidenza delle malattie che danneggiano la vista in maniera irreversibile ed è anche nell’ottica di questa trasformazione demografica che la riabilitazione visiva deve essere considerata come parte integrante della cura.
Al Polo Nazionale Ipovisione presso il Policlinico Gemelli di Roma la riabilitazione visiva per i pazienti ipovedenti consiste in un percorso personalizzato che parte dal supporto psicologico e si sviluppa nell’addestramento del residuo visivo e nell’impiego di ausili sia ottici che informatici. Attraverso questo percorso la persona ipovedente conserva e migliora il residuo visivo, recuperando spazi di autonomia per la socialità, la comunicazione e la progettualità, migliorando in questo modo la qualità della vita. Tutto ciò avviene attraverso un approccio interdisciplinare che ha guadagnato al Polo Nazionale il titolo di primo Collaborating Centre dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la riabilitazione visiva.
Tra le diverse tecniche riabilitative figura quella chiamata “biofeedback”.
Il biofeedback consiste nella fotostimolazione neuronale dei recettori retinici attraverso degli spot di luce ad una particolare frequenza emessi da dispositivi dedicati.
Attualmente, si utilizzano i metodi di riabilitazione attraverso il BF microperimetrico e dispositivi di stimolazione che registrano le risposte bioelettriche evocate durante la percezione degli stimoli.
Il Polo Nazionale Ipovisione ha realizzato un articolo di review sul recupero delle capacità visive tramite l’impiego del biofeedback con stimoli elettrici visivi e uditivi, come quelli adoperati nella microperimetria, a partire dall’analisi di 43 lavori di letteratura sul tema.
L’articolo è pubblicato sulla rivista Ophthalmic and Physiological Optics con il titolo “Biofeedback stimulation in the visually impaired: a systematic review of literature”
Con il biofeedback il paziente impara a prendere coscienza delle variazioni delle funzioni del proprio corpo attraverso un sistema che combina input audio e/o input visivi, e che monitora la risposta fisiologica attraverso questi segnali.
I pazienti imparano a controllare le proprie funzioni automaticamente attraverso la pratica, successivamente anche in assenza del segnale di feedback.
Il BF viene effettuato nella riabilitazione dei pazienti con maculopatia in modo da aumentare la stabilità della fissazione e potenziare l’acutezza visiva.
Durante questa procedura, ai pazienti viene chiesto di muovere lo sguardo in risposta a un segnale audio verso un obiettivo visivo fisso. Il segnale audio aiuta i pazienti a mantenere lo sguardo su una posizione specifica. Il tono diventa continuo man mano che lo sguardo del soggetto si avvicina alla posizione selezionata, viceversa, quando l’occhio si allontana dal bersaglio il segnale diventa discontinuo. Una volta che i pazienti stanno fissando la posizione corretta e il segnale audio è continuo, vengono istruiti a mantenere quella posizione di fissazione il più a lungo possibile.
Una seconda tipologia di stimolo è rappresentata da una scacchiera in bianco e nero che si sovrappone al bersaglio di fissazione, la cui grandezza può essere regolata in base all’acuità visiva del paziente.
In conclusione, il BF è un approccio riabilitativo efficace per i pazienti con perdita della visione centrale al fine di migliorare il controllo oculomotorio e la stabilità della fissazione.
I risultati di questa revisione presentano prove a favore del trattamento di biofeedback nella riabilitazione della vista, con miglioramento delle capacità oculo motorie.
Attualmente, però, non è possibile formulare raccomandazioni basate sull’evidenza scientifica per una procedura di allenamento standard a causa della scarsa qualità degli studi randomizzati e controllati esistenti.
Sono infatti necessari studi maggiori per sviluppare protocolli standard anche per una serie di altre malattie.
(1) Silvestri V, Turco S, Piscopo P, Guidobaldi M, Perna F, Sulfaro M, & Amore F. Biofeedback stimulation in the visually impaired: a systematic review of literature. Ophthalmic Physiol Opt. 2021