“Giornalisti per un giorno” il progetto IRIFOR che valica i confini dell’ipovisione

giornalisti per un giorno

Ragazzi e ragazze provenienti da tutta Italia si sono riuniti a Villa Falconeri per un incontro formativo nell’ambito giornalistico nato dalla cooperazione tra l’IRIFOR-Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione e il gruppo Rai Sociale.

Giovani dai 17 ai 20 anni, ipovedenti e non, sono parte del progetto “Giornalisti per un Giorno”, un corso di formazione e inclusione nato dalle idee delle giornaliste Emanuela Bruni, Daria Mondini, Sabrina Parisi e Sabrina Turco, Claudio Loiodice, sociologo e criminologo, e Francesco Rao, sociologo, iniziato il 22 ottobre dello scorso anno.
Ne abbiamo parlato con la professoressa Marina Esposito, docente di inglese presso il Liceo Touschek di Grottaferrata, istituto partecipante al progetto.

Foto delle pagina Facebook: InformAzione Zeta
(InformAzione Zeta | Facebook)
  • Professoressa, questo progetto le è molto caro in quanto lei stessa è paziente al Polo Nazionale di Servizi e Ricerca per la Prevenzione della Cecità e la Riabilitazione Visiva degli Ipovedenti.

Si, sono una paziente del Polo Nazionale poiché sono io stessa ipovedente sin dall’età di ventitré anni a causa di una maculopatia degenerativa. Grazie ad un team altamente specializzato e alla sensibilità dei medici che mi hanno seguita nel percorso riabilitativo, sono completamente autonoma nella mia quotidianità.

Nel mio percorso di vita, ho compreso come sia fondamentale parlare della propria disabilità, poiché solo così avvengono occasioni di confronto per sensibilizzare gli altri e accettare sé stessi.

Il progetto “Giornalisti per un giorno” è un’esperienza bellissima proprio perché agevola il dialogo e la conoscenza.



  • Il progetto è il frutto della cooperazione tra l’IRIFOR e il gruppo Rai Sociale. Ci può descrivere come è avvenuto l’incontro tenutosi a Villa Falconieri?

L’obiettivo del corso è duplice, la formazione si accompagna all’inclusione in un vortice virtuoso che reca giovamento ai partecipanti indipendentemente dalle loro condizioni di salute.

È un progetto in itinere che gode del patrocinio di Rai Pubblica Utilità e Stampa Romana: nove ragazzi del Liceo Touschek insieme con giovani ipovedenti provenienti da tutta Italia, si incontrano ogni sabato pomeriggio per prendere parte ad un corso di formazione giornalistica online dalla durata totale di cento ore.

Dopo più di un mese di lezioni a distanza, nei primi di dicembre 2022 i partecipanti si sono riuniti a Villa Falconieri grazie anche al supporto dell’Accademia Vivarum Novum, la quale ha offerto vitto, alloggio e ausili per la formazione, oltre ad un delizioso concerto di musica classica in lingua latina, firma della fama internazionale che l’Accademia gode nel campo delle lingue classiche.

Abbiamo percepito un clima accogliente e internazionale, tutti abbiamo apprezzato moltissimo l’importanza di questi momenti trascorsi insieme.

Si è messa in moto una macchina bellissima, fatta di amicizia, curiosità verso il prossimo, inclusività e formazione. I ragazzi ne sono entusiasti.

  • Parlando di formazione, sono stati utilizzati degli ausili particolari per la formazione dei giovani ipovedenti?

I nostri giovani sono tutti datati di device che permettono la loro totale indipendenza. Sono autonomi nella vita così come nello studio. L’unica facilitazione è che i libri sono stati tradotti in audio. Anzi, loro stessi hanno creato una pagina Facebook dal nome InformAzione Zeta dove amano raccontare le loro storie e i legami d’amicizia che li uniscono senza alcuna distinzione.

  • Possiamo quindi dire che la formazione è un mezzo che promuove l’inclusività?

Certamente. La formazione è fonte di conoscenza e questa rende possibile il superamento di ogni confine. I nostri ragazzi, durante il corso, condividono non solo lo stesso percorso didattico, ma anche, i mezzi per attingere al sapere. Se si rende possibile il perseguimento di un obiettivo offrendo tutti i possibili mezzi per raggiungerlo, le “diversità” non esistono.