“L’Italia guida la definizione internazionale delle competenze legate ad un ambito, quello della riabilitazione, che è parte integrate delle cure”, dice il Direttore del Polo Filippo Amore. Mercoledì 4 marzo in teleconferenza l’incontro finale a Roma con le figure di riferimento a livello mondiale. Subito dopo, gli esperti italiani ed esteri partiranno per il Marocco per introdurre la riabilitazione anche in quel Paese e mettere subito in pratica il lavoro fatto in questi ultimi tre anni.
È il secondo triennio che il Polo Nazionale Ipovisione collabora con l’Organizzazione Mondiale della Sanità per definire i confini e fissare gli standard internazionali della riabilitazione visiva.
In particolare, dal 2016, l’obiettivo del mandato OMS è stato quello di definire i curricula formativi di coloro (oculisti, psicologi, ortottisti, istruttori di orientamento e autonomia personale, neuropsichiatri infantili, etc) che operano nell’ambito della riabilitazione visiva.
“Il nostro obiettivo – spiega il Direttore Filippo Amore – è stato quello di individuare criteri e requisiti per la formazione delle diverse professionalità sanitarie coinvolte nella riabilitazione visiva di adulti e minori”.
Obiettivo che verrà centrato il prossimo 4 marzo in teleconferenza, quando alcuni tra i più grandi esperti mondiali in materia si riuniranno a Roma per approvare i curricula redatti dal Polo.
“La riabilitazione – continua il dottor Amore – è parte integrante del percorso di cura. Anche quando la malattia (acuta o cronica) comporta la perdita di quasi tutta la vista, il percorso riabilitativo permette di accettare il dolore, superarlo e recuperare spazi di autonomia. Sia nel mondo che in Italia, la cultura e la prassi riabilitative si stanno ancora sviluppando e non sono del tutto radicate. Con il mandato dell’OMS stiamo aprendo la strada a livello internazionale”.
Il lavoro di redazione e confronto sui curricula formativi ha coperto tre anni. “Siamo partiti con una revisione accurata delle letteratura esistente e dei dati reperibili – spiega la dottoressa Simona Turco referente del progetto – per poi preparare una lista di competenze essenziali e di livello superiore ritenute indispensabili per erogare riabilitazione visiva in ognuno dei tre contesti / livelli di cura individuati dall’OMS: il livello primario di screening e prima accoglienza; il livello secondario di cure ambulatoriali e specialistiche; e, infine, il livello terziario, riservato ad un Centro di riferimento ultra-specialistico e incaricato di fungere da punto di riferimento e di ricerca a livello nazionale”.
La prima stesura dei curricula è andata incontro ad un’estesa revisione condividendola con tanti esperti internazionali che hanno suggerito modifiche e integrazioni. Anche queste, a loro volta, sono state sottoposte all’analisi e al confronto tra specialisti. Da questo processo sono emersi i curricula finali che andranno incontro alla revisione e alle approvazioni definitive nel workshop del 4 marzo 2020.
Nella lunga strada percorsa dal 2013, anno del primo mandato OMS che chiedeva al Polo di fissare gli standard di qualità minimi per la riabilitazione visiva, ha giocato un ruolo importante anche la capacità di adattare i requisiti, gli strumenti e le competenze alle possibilità dei sistemi sanitari di Paesi meno ricchi e industrializzati.
L’incarico dell’OMS al polo nazionale ipovisione: definire i curricula formativi per la riabilitazione “Una armonia difficile da trovare per le comprensibili differenze in dotazioni strumentali, organizzazione territoriale e priorità terapeutiche, ma ne è valsa la pena”, conclude il dottor Amore. A marzo 2020 partirà, infatti, la missione del Polo Nazionale Ipovisione per avviare la riabilitazione visiva in Marocco. Anche questa missione fa parte del mandato OMS e sarà la prima occasione per applicare sul campo sia gli standard della riabilitazione visiva che i nuovi curricula formativi.