Su “Retina in salute” di Repubblica.it, Marina Esposito racconta l’esperienza della retinopatia miopica e il suo percorso di riabilitazione visiva presso il Polo Nazionale Ipovisione.
Marina Esposito, docente di Lingua Inglese in un Liceo Scientifico di Grottaferrata, ha scoperto la sua patologia oculare appena dopo la laurea, a 23 anni. Su “Retina in Salute” ripercorre la sua storia: dalla scoperta della malattia fino alla riconquista degli spazi di autonomia e libertà.
“Me ne sono accorta – racconta a Retina in Salute – perché ho cominciato a vedere delle linee curve tra le righe di uno scritto e mi sfuggivano le lettere mentre leggevo. Così, mi sono recata dall’oculista che ha dato subito un nome al mio problema”. La retinopatia miopica è una malattia tipica delle persone affette da elevata miopia. La patologia si manifesta in giovane età e la gravità delle alterazioni retiniche aumenta al crescere del vizio refrattivo.
Nonostante le difficoltà iniziali di convivenza con il disturbo, Marina ha saputo affrontare la sua malattia andando avanti e diventando insegnante di lingua inglese. Nel suo percorso di riabilitazione sono stati fondamentali le elettrostimolazioni visive e i supporti ottici e informatici che le hanno permesso di orientarsi in ambito digitale: “Attualmente – spiega la donna – sono seguita dal Polo Nazionale Ipovisione presso l’ospedale Gemelli di Roma dove un’équipe formata da ortottisti ed oculisti mi segue e mi propone delle elettrostimolazioni visive e degli ausili che aiutano a migliorare la mia visibilità”.
Marina si avvale anche del supporto psicologico, individuale e all’interno dei gruppi di mutuo aiuto. “Da quasi 5 anni – racconta – faccio parte di un gruppo di mutuo aiuto in cui abbiamo tutti più o meno lo stesso problema e quando ci incontriamo ci scambiamo le nostre esperienze rispetto alle difficoltà che incontriamo nel quotidiano, ci scambiamo informazioni sulle varie app, condividiamo momenti tristi e momenti di gioia; il problema di uno diventa il problema dell’altro e la conquista di uno diventa la conquista dell’altro. Non siamo un gruppo di ipovedenti ma siamo un gruppo di amici e ognuno è una risorsa per l’altro”.
Come già sottolineato dall’équipe degli esperti del Polo Nazionale Ipovisione e Riabilitazione visiva, “le persone divenute ipovedenti trovano un enorme beneficio terapeutico nell’incontrarsi e nel condividere le proprie esperienze. Grazie ai gruppi di mutuo aiuto un’esperienza di dolore individuale diventa improvvisamente un momento comune che altri hanno già attraversato e superato”.