Scienze cognitive

Incontro tra le scienze con cognizione

Dal 17 al 19 giugno 2013 a Trento si è tenuto un convegno. Si è svolta una tavola rotonda sull’ipovisione e la riabilitazione organizzata dal Polo Nazionale

 Aspetti sociali, psicologici, economici e tecnologici dell’ipovisione e della riabilitazione visiva: se ne è discusso lo scorso 19 giugno a Trento, nell’ambito di un convegno sulle scienze cognitive a cui ha partecipato attivamente il Polo Nazionale per la Riabilitazione Visiva. L’evento – organizzato dall’Associazione italiana di scienze cognitive presso l’Università degli studi di Trento (dal 17 al 19 giugno) – si è focalizzato sulle applicazioni e il valore socio-economico che possiedono gli aspetti applicativi di discipline che spaziano dalla medicina all’informatica, dalla psicologia all’economia, passando per la sociologia e la fisica. Infatti, come ha sottolineato Alberto Greco, professore presso l’Università di Genova, “una scienza sola non basta”. La multidisciplinarità è necessaria per spiegare e promuovere il cambiamento e le sole neuroscienze non sono sufficienti ad esaurire le necessità della conoscenza umana e le relative applicazioni pratiche. Un approccio “trasversale”, quindi, che aiuta a riflettere e a far evolvere approcci che di solito restano separati e parcellizzati, risultando alla lunga francamente sterili.Il dott. Michele Corcio 

Con questo orientamento di fondo si è tenuta anche la tavola rotonda organizzata dal Polo Nazionale di Servizi e Ricerca per la Prevenzione della Cecità e la Riabilitazione visiva (struttura dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus presso il Policlinico A. Gemelli di Roma). Il dott. Michele Corcio, Vicepresidente della IAPB Italia onlus, ha sottolineato come esista una stretta correlazione tra le strategie riabilitative a livello visivo e le neuroscienze: la plasticità cerebrale da un lato e la possibilità di cambiare il punto di fissazione visivo dall’altro sono fondamentali per consentire un fruttuoso percorso di miglioramento delle capacità degli ipovedenti.  

La riabilitazione visiva, ha osservato Corcio, “ha una ricaduta positiva anche in termini economici: riabilitare un ipovedente significa restituirlo a un’attività produttiva. Oggi l’ipovedente è una risorsa”. Inoltre, aiutare una persona che vede molto poco a sfruttare il proprio residuo visivo e a orientarsi significa anche ridurre il rischio di depressione, che ha enormi costi psicologici, sociali ed economici non solo per il singolo, ma anche per l’intera collettività. Tra l’altro un’attenzione specifica riservata all’ipovedente ha ricadute positive anche in un altro senso: pensare la città come uno spazio fruibile dai disabili visivi significa semplificare la vita anche alle persone che vedono bene. Ad esempio, rendere ad esempio i segnali stradali più chiari consente di migliorare la visibilità e, dunque, la sicurezza di tutti. Infine, è il caso di osservare come la società nel suo complesso si senta sollevata offrendo nuove chances agli ipovedenti. In conclusione, investire nel campo della riabilitazione significa… guardare lontano.   

Estratto del programma di Trento
Le scienze cognitive: applicazioni e valore socio-economico
Mercoledì 19 giugno (9.30-11.30)

Tavola rotonda
“Ipovisione e riabilitazione: aspetti psico-sociali, economici e tecnologici”

Michele Corcio (Vicepresidente Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità Italia onlus) – IAPB Italia onlus – Chair

Emanuela Rellini (psicologa-psicoterapeuta, Polo Nazionale di Servizi e Ricerca per la Prevenzione della Cecità e la Riabilitazione visiva) – IAPB Italia onlus
Filippo Amore (oculista, Polo Nazionale di Servizi e Ricerca per la Prevenzione della Cecità e la Riabilitazione visiva) – IAPB Italia onlus
Valeria Silvestri (ortottista, Polo Nazionale di Servizi e Ricerca per la Prevenzione della Cecità e la Riabilitazione visiva) – IAPB Italia onlus