Glaucoma, quando la vista se ne va

Dal 12 al 18 marzo la settimana mondiale dedicata alla prevenzione della malattia oculare celebrata in circa 90 città italiane

locandina-settimana_glaucoma_2017-solo_grafica-180pixel.jpgDiamo sempre un’occhiata periodica alla pressione oculare. Un’occasione preziosa per “guardare” alla prevenzione è stata la settimana mondiale del glaucoma, che si è celebrata dal 12 al 18 marzo 2017.

All’evento hanno aderito circa 90 città italiane grazie all’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus, in collaborazione con le Sezioni locali dell’Uici. Sono stati effettuati, in una cinquantina di città, anche check-up oculistici a bordo di Unità mobili oftalmiche o in appositi ambulatori, dove è stata misurata anche la pressione oculare (tonometria). In tutte le città sono stati distribuiti opuscoli gratuiti mentre in una trentina di località si sono tenute delle conferenze informative sulla patologia oculare… (Leggi tutto)

SOI, dall’hi-tech alle patologie oculari dei migranti

Il 96° congresso degli oculisti italiani si è tenuto a Roma dal 23 al 26 novembre. Intervenuti anche Alfano e Amato.

alfano-piovella-castronovo-soi-24-novembre-2016.jpgUn evento pensato soprattutto per gli oculisti italiani, molti dei quali si sono dati appuntamento a Roma il 23 novembre 2016 per il 96° Congresso nazionale della Società Oftalmologica Italiana (SOI). Quattro giorni ad alta intensità per fare il punto sulle novità in ambito diagnostico e terapeutico, con un serrato confronto tra specialisti.

ll programma è stato suddiviso in simposi, corsi SOI, corsi monotematici, comunicazioni orali, oltre all’esposizione di poster scientifici. Gli argomenti trattati nelle sezioni del congresso hanno coperto tutte le aree d’intervento dell’oculistica classica: si va dal glaucoma alla cataratta, passando per le uveiti , l’oftalmologia pediatrica e lo strabismo. Tuttavia quest’anno ci sono stati anche temi inediti quali, ad esempio, le patologie oftalmiche di chi arriva in Italia per fuggire da gravi situazioni socio-economiche, per fuggire da guerre, persecuzioni… (leggi la notizia completa)

Leggi anche (ultimo evento in collaborazione con la SOI a Milano, dal 18 al 22 febbraio 2017): “Prevenzione e stili di vita in salsa lombarda

Accendiamo la luce sui diritti dei pazienti

Dal 7 al 10 novembre ospitata a Roma una delegazione cipriota nell’ambito di un progetto Ue con Cittadinanzattiva

viaggio-studio-cittadinanzattiva-web-2.jpg I diritti dei pazienti prima di tutto. A rivendicarli è la Rete di Cittadinanzattiva, che si muove da tempo nell’ambito di più vasto orizzonte europeo. Dal 7 al 10 novembre una delegazione cipriota di una decina di persone ha soggiornato a Roma proprio grazie a un progetto Ue. Insomma, la voce dei pazienti si è fatta sentire anche attraverso la rivendicazione a un’adeguata assistenza sanitaria.

viaggio-studio-cittadinanzattiva-web-3.jpgLa visita di quattro giorni ha contemplato incontri, interazioni e lezioni da parte di diversi rappresentanti di Centri e associazioni sanitarie. Anche il Gemelli e il Polo Nazionale della IAPB Italia onlus hanno preso parte al progetto con relazioni e meeting.

Si ricorda che esiste un diritto all’assistenza transfrontaliera (in altri Paesi Ue) laddove un trattamento non fosse disponibile nel proprio Paese di residenza. Secondo Cittadinanzattiva la spesa di questo tipo ammonta all’incirca all’1 per cento dell’intero budget sanitario Ue per la salute.

carta-diritti-malato-cittadinanzattiva.jpg

Leggi l’opuscolo: I diritti dei pazienti non hanno confini (Come ricevere cure stando in un altro Stato Ue)

Vedi anche: Cure transfrontaliere nell’Ue (Ministero della Salute)

Fonte: Active Citizenship Network

Gemelli, neuropsichiatria compie 20 anni

Celebrata la ricorrenza con un convegno scientifico il 4 novembre a Roma, presso il Policlinico dell’Università Cattolica

castronovo-relatore-aula-brasca-gemelli-web.jpgTra scienza e ricordi. Sono stati anche neuroscienziati di primo ordine a intervenire in occasione dei 20 anni del reparto di neuropsichiatria infantile del Policlinico universitario A. Gemelli celebrati venerdì 4 novembre. Sono poi state condivise anche esperienze personali nel campo della ricerca. L’evento – una sorta di festa scientifica universitaria di alto profilo – è stato organizzato dal prof. Eugenio Mercuri, Direttore di Neuropsichiatria infantile presso il Gemelli.

L’evoluzione della scienza medica è evidente a tutti, testimoniata tra l’altro dalla minore mortalità infantile. Dalle malattie neurodegenerative a quelle che colpiscono la vista: la salute dei neonati riceve oggi più attenzioni che in passato, a partire da quella nei confronti dei nati prematuri (i quali, tra l’altro, possono essere colpiti da retinopatia).

I bambini piccoli al centro delle attenzioni

Con la sua lezione magistrale il professore dell’Università di Harvard Josephvolpe-joseph-docente-harvard.jpg Volpe ha fatto il punto su una malattia neurodegenerativa che distrugge il cervello dei bambini: la leucomalacia periventricolare (rammollimento patologico della sostanza cerebrale). Trovare una cura efficace è una sfida tanto difficile quanto complessa: la neurorigenerazione potrà forse, in futuro, essere garantita dalle cellule staminali e dalla terapia genica (per ora è tutto sperimentale).

Dal canto suo la dott.ssa Daniela Ricci [[si occupa di neuropsichiatria infantile, ortottica e assistenza oftalmologica presso il Policlinico A. Gemelli]] ha spiegato l’importanza dell’evoluzione neonatale:

Abbiamo capito che ci sono tre trend diversi di sviluppo [neuropsichiatrico]: ci sono delle competenze che sono presenti già a 35 settimane (nei bambini prematuri), ce ne sono altre che sono migliori nei nati alle 35 settimane rispetto ai nati a termine (effetto dell’esperienza extrauterina) e ce ne sono altre per cui bisogna aspettare la maturazione corticale (nei nati a termine).

L’impegno del Gemelli e del Polo Nazionale

È stato ricordato che, il 13 dicembre 2011, al Policlinico Gemelli è stato inaugurato un Centro di diagnosi per bambini con deficit plurisensoriale, in collaborazione con l’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus e il Polo Nazionale (approfondisci).

Eugenio Mercuri ha evidenziato che “è stato proprio con l’avv. Giuseppe Castronovo (Presidente della IAPB Italia onlus)castronovo-iapb-con-mercuri-gemelli-web.jpg che, qualche anno fa, abbiamo realizzato questo sogno di un centro per i bambini piccoli che hanno più disabilità”.

Quindi l’avv. Castronovo ha spiegato:

L’ospedale Gemelli è veramente un centro di riferimento. Noi nel 2007 abbiamo inaugurato il Polo Nazionale di Servizi e Ricerca. Io ho creduto, in questo sogno, di realizzare un Centro per la Prevenzione della Cecità e la Riabilitazione Visiva. Poter realizzare il Polo Nazionale mi ha riempito di gioia e di soddisfazione, anche perché è stato riconosciuto dall’Organizzazione mondiale della sanità come centro di collaborazione OMS, un centro di riabilitazione tra i migliori del mondo. Questa è una cosa bellissima.

L’avv. Castronovo ha poi esortato i medici a espletare la loro alta missione, appellandosi alla loro umanità:

Quando vi capita di parlare con i genitori che vi portano i loro bambini cercate di dare non solo la vostra professionalità, ma anche il vostro affetto, il vostro amore. Una carezza per il bambino è un conforto per i genitori, un sorriso per la mamma, per il papà… Questo deve essere l’ospedale, questo deve essere il medico: un portatore di umanità, un portatore di sostegno, di aiuto!

Quindi il Presidente dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Italia onlus ha concluso:gemelli-pubblico-aula-brasca-web.jpg

Ho un altro sogno: che venga nel mondo cancellata per sempre la cecità (oggi si stimano 39 milioni di ciechi sulla Terra). Questo successo dipende dalla scienza, dalla ricerca, da quanto voi medici fate. Comunque – in attesa che questo sogno si realizzi – ci deve essere sempre il vostro impegno, la vostra professionalità e il vostro amore per i nostri bambini.

Programma completo

Ipovedenti sotto i riflettori a Roma

Sabato 22 ottobre quarto seminario nazionale all’Università Sapienza di Roma dedicato ai disabili visivi più numerosi

ipovedente_con_tablet-web-300pix.jpg“La parola agli ipovedenti”: così s’intitola il quarto seminario nazionale a loro dedicato, che si è tenuto sabato 22 ottobre 2016 a Roma presso l’Università Sapienza-Policlinico Umberto I.

Dagli aspetti normativi per arrivare alle dinamiche familiari, passando per i vissuti dei disabili visivi in ambito scolastico e lavorativo, fino a un progetto di riabilitazione visiva a domicilio (chiamato Eye Fitness). I protagonisti sono stati oculisti, ortottisti, psicologi e, naturalmente, gli stessi ipovedenti, con relazioni e preziose testimonianze sulle loro problematiche.

Chi l’ha organizzato

ipovisione-convegno-22-ottobre-2016-relatori-tre_quarti-web.jpgL’appuntamento – che cade ad ottobre, il mese tradizionalmente dedicato alla prevenzione [[secondo l’OMS la cecità e l’ipovisione sono evitabili o trattabili nell’80 per cento dei casi]] – è stato organizzato dalla Sezione italiana dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità-IAPB Italia onlus assieme all’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, in stretta collaborazione col Dipartimento Organi di Senso-Sezione Oftalmologia della Sapienza di Roma (che cortesemente ha ospitato l’evento).

Riferimenti normativi

Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) una persona è ipovedente quando la sua acutezza visiva è compresa tra i 3/10 e 1/20. In Italia il concetto legale di cecità e d’ipovisione è stato ridefinito con la legge n. 138 del 2001 (“Classificazione e quantificazione delle minorazioni visive e norme in materia di accertamenti oculistici”). Suo merito principale è quello di prendere in esame, oltre all’acuità visiva, anche l’ampiezza del campo visivo. La legge 138 non prevede però indennità specifiche per l’ipovedente.ipovisione-convegno-22-ottobre-2016-sala-partecipanti-orizzontale-web-180pix.jpg

In ogni caso, la normativa italiana nel campo dell’ipovisione è nell’insieme considerata particolarmente avanzata. Tuttavia la difficoltà risiede soprattutto nella sua applicazione. Anche per gli oculisti certificatori non sempre è facile verificare che il visus dichiarato dall’ipovedente risponda al vero perché il danno funzionale non necessariamente ha una correlazione esatta e inequivocabile con l’esperienza di una scarsa visione soggettiva. Non a caso è stato sottolineato che c’è una differenza tra la definizione d’ipovisione in senso legale, funzionale e clinico. ipovisione-convegno-disabile_visivo-vignetta-web.jpg

Inoltre, a livello sociale l’ipovedente spesso non viene riconosciuto come tale, soffre di una disabilità “invisibile” e potrebbe essere persino scambiato per un falso cieco. Naturalmente tutte le persone con disabilità visiva hanno diritto ad adeguati servizi di riabilitazione (possibilmente personalizzati). In Italia esistono, secondo gli ultimi dati disponibili, una sessantina di Centri d’ipovisione e riabilitazione, che attualmente risultano sottofinanziati.

Ecco i numeri

Visione di malato colpito da retinite pigmentosa (copyright immagine: IAPB Italia onlus)In Italia gli ipovedenti si stima che siano almeno 1,2 milioni, mentre in tutto il mondo, secondo l’OMS, sono 246 milioni (complice l’invecchiamento demografico). Sempre più spesso la medicina riesce a evitare la cecità e, dunque, più persone restano ipovedenti (il più delle volte anziani); tuttavia nei Paesi in via di sviluppo sovente non si hanno i mezzi per assistere i disabili, compresi quelli visivi.

I nodi salienti

La riabilitazione sensoriale, in particolare quella visiva, viene ancora troppo spessoriabilitazione_visiva_signora_ipovedente-chiaroscuro-web.jpg trascurata mentre quella neuro-motoria è ormai una pratica assodata. Bisogna considerare che il vissuto della persona che diviene ipovedente può essere drammatico. A livello soggettivo l’ipovisione grave è stata valutata persino come più grave, sul piano dell’esperienza personale, di un ictus, del cancro o dell’Aids.

Con la riabilitazione visiva si può includere – oltre all’addestramento alla visione residua – un percorso psicologico atto a contrastare il rischio di depressione, mirando a restituire la fiducia nelle capacità individuale. Inoltre si possono anche seguire dei corsi di orientamento e mobilità.

Sempre nell’orizzonte di un miglioramento della qualità della vita all’evento si è parlato anche di tecnologie assistive (oggi sempre più spesso incorporate in palmari e tablet).

Infine si è fatto cenno ai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), che dovrebbero essere approvati nei prossimi mesi dalle Commissioni parlamentari competenti, includendo anche la riabilitazione visiva.

Leggi il programma

Dalla riabilitazione visiva all’occhio secco

Oculisti a congresso a Roma con l’AIMO il 20 e il 21 ottobre

aimo-locandina-ottobre-2016-photospipf634ee69a32adc4dbeb3c7979dc2e542.jpgQuindici corsi, sette simposi e meeting con l’esperto: questa è la formula dell’ultimo Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana Medici Oculisti (AIMO) che si svolge a Roma il 20 e il 21 ottobre.

Come scrivono gli organizzatori:

Saranno affrontati temi di attualità come la gestione sul territorio delle patologie oculari croniche, la comunicazione medico-paziente e l’Angio-OCT. Ci sarà spazio anche per tanti altri argomenti di interesse generale e per la chirurgia [che sarà effettuata anche in diretta video].

Tra gli argomenti compaiono, inoltre, la riabilitazione visiva nelle degenerazioni retiniche, l’oftalmologia pediatrica, la disfunzione del film lacrimale (vedi occhio secco) e le nuove frontiere nel trattamento del glaucoma. L’evento è strettamente riservato agli iscritti.

Vedi il Programma

Fonte: Aimo

Credits

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What we do

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National Centre of Services and Research for the Prevention of Blindness and Rehabilitation of the Visually Impaired

Our Visual Rehabilitation Team

polo_nazionale-8-riabilitazione_tris-signora.jpgThe team of the National Centre of Services and Research for the Prevention of Blindness and Rehabilitation of the Visually Impaired (“Polo Nazionale” in Italian) consists of various professionals with highly specialised skills and expertise These include ophthalmologists, orthoptists, a psychologist/psychotherapist and external consultants, such as an expert typhologist and an orientation and mobility instructor. If required, it is also possible to receive other specialist advice, such as from a neurologist or neuropsychiatrist.

The approach of the multidisciplinary team is holistic in nature and considers man as a whole, as beings composed of mind and body. The knowledge of the close relationship between these two different aspects of human reality requires a different clinical approach to the person who is visually impaired. In fact, there can not be a suffering of the body without the involvement of the psyche.

DIAGNOSTIC PATH

polo-riabilitazione-microperimetro-paz_med-2-web-2.jpgThe person who accesses the National Centre for Visual Rehabilitation will meet the psychologist, who has the function of:

welcoming the person by listening and recognizing their subjective dimension;
exploring the patient’s emotional state, the difficulties and any psychological discomfort experienced in reference to the disease;
identifying the needs, requests and any non-expressed expectations;
examining the reasons or motivation for requesting rehabilitation;
making the visually impaired person and their his family feel part of the treatment process.

Therefore, psychological support is both individual and family related (support in the management of issues relating to disability). The support meetings are agreed and shared with the patient: they can take place concurrently with the rehabilitation process or occur on a weekly, fortnightly or monthly basis. Before the patient’s eye examination, the psychologist refers any relevant information to the ophthalmologist to encourage a more empathetic relationship between doctor and patient.

MICROPERIMETRY

ipovedente-riabilitazione-visiva-web-okimg_1550.jpgThe eye examination begins with a careful collection of general and ophthalmological data (clinical history of an individual),l, followed by an accurate assessment of visual acuity and reading skills, an objective physical examination (evaluation of the anterior segment eye, ocular tonometry, fundus), a contrast sensitivity test, an evaluation of the chromatic sense and the testing of the filters, both indoors and outdoors.

The diagnostic procedures practiced are as follows:
microperimetry, which aims to:

  • determine the breadth and depth of the scotoma (area of non-vision or reduced vision), the width of the scotoma and its relationship with the foveal region (central area of the retina that permits 100% visual acuity);
  • evaluate the behaviour of fixation (stability and eccentricity) and the characteristics of the PRL (Preferred Retinal Point or pseudofovea point, i.e. the area of the retina used for distinct vision following irreversible damage of the macula, the central area of the fine photosensitive tissue);
  • explore the functional state of the retina;
  • identify the orientation of the rehabilitation program;
  • search for the best Preferred Retinal Locus;
  • make a prediction on a possible functional recovery;
  • calculate the angle of decentralization;
  • examine the binocular visual field according to the Zingirian-Gandolfo program, which is important for the quantification of retinal damage, in particular in the form of peripheral hypovision and in the mixed type, for medical-legal purposes and, therefore, for the assessment of the invalidity.

Any additional diagnostic examinations (OCT, retinal fluorescein angiography, electrophysiological tests) are planned on the basis of observed clinical reports.

MEETING AS A TEAM

Once the diagnostic procedure has been completed and full information about the patient has been acquired, the team at the National Centre meets to create a personalized rehabilitation program. The meeting is attended by all the specialists of the Centre (psychologist, ophthalmologists and orthoptists) and, when necessary, also by external consultants (such as the orientation and mobility instructor and a typhologist.

REHABILITATION PATH

polo_nazionale-7-videoingranditore.jpgThe rehabilitation program is personalized and built on the individual needs of each visually impaired patient. Cutting edge instruments and equipment are used for rehabilitation and we are in direct contact with companies in this sector. Meetings are periodically arranged with these firms, where technological updates are provided, along with presentations and demonstrations of new innovative devices (the fruits of advanced research).

READING WITH NEW VIDEO SYSTEMS

The contexts in which rehabilitation paths are devised include the following: :

  • reading rehabilitation:
  • training with optical and electronic aids (for example video magnifiers for low vision, telescopic systems, aplanatic lenses, etc.);
  • rehabilitation for intermediate distance activities;
  • rehabilitation for long distance activities;
  • use of computer software;
  • biofeedback with the microperimeter to stabilize fixation;
  • typhlological aids.

Each phase requires a series of meetings with the orthoptist in charge of the rehabilitation, with the aim of helping each patient make the most of their functional residual vision, and identifying the most suitable optical and/or electronic aids for their individual needs. Furthermore , the orthoptist can assign “ home exercises” to strengthen and reinforce the results obtained during outpatient training.

CLOSING OF THE REHABILITATION PATH

At the end of the rehabilitation program the specialist can prescribe the most suitable aids to meet the requirements of the visually impaired person so to improve their quality of life.

CONCLUSION

The aim of the National Centre for Visual Rehabilitation is to take charge of the patient as a whole, paying particular attention to their existential difficulties and any psychological issues related to the visual state that affects, and will affect them, both from a clinical point of view (taking into account conditions such as diabetes, hypertension, heart disease) and in terms of their quality of life.

The ophthalmologist dealing with rehabilitation becomes the “central link” – with the other specialists and the clinical ophthalmologist and/or surgeon, and can monitor, and if appropriate, support the therapeutic and rehabilitative program.

Good visual rehabilitation can only be achieved as a result of a team effort and is not the consequence of just an individual work!

Please contact the National Centre of Services and Research for the Prevention of Blindness and Rehabilitation of the Visually Impaired