Riabilitare la persona anziana nella sua interezza

SOI

Il lutto per la perdita della vista può pesare più dell’ipovisione in sé. Ma gli anziani hanno anche punti di forza. La plasticità cerebrale in primis. Per superare la difficoltà si deve tener conto di forza e fragilità assieme, come è emerso al Simposio del Polo Nazionale al 99° Congresso SOI

Più aumenterà la longevità più aumenteranno i problemi alla vista. È stata questa la premessa del Simposio “L’approccio integrato nella riabilitazione dell’anziano” tenuto dal Polo Nazionale per la riabilitazione visiva degli ipovedenti al 99° congresso nazionale SOI mercoledì 21 novembre 2019.

Anziani e grandi anziani sono e saranno i pazienti più frequenti per gli oculisti perché il tessuto nervoso degli occhi non ha ridondanza come avviene per le cellule cerebrali. Questo significa che il danno ai neuroni degli occhi (i fotorecettori), dovuti all’invecchiamento o all’effetto di traumi e patologie, non può essere compensato. Il danno alla parte nervosa dell’occhio è irreversibile.

Questo dato di fatto sottolinea, in sé stesso, l’importanza della prevenzione e delle visite specialistiche periodiche. Molte malattie, come la degenerazione maculare legata all’età, il glaucoma e la retinopatia diabetica possono essere contenute facilmente se diagnosticate per tempo. Ma, essendo asintomatiche negli stadi iniziali, quando cominciano a farsi notare è già troppo tardi, perché parte del danno è già avvenuto. Solo un medico oculista può individuarlo in tempo.

Questo punto di debolezza, però, non è assoluto.

Il cervello, infatti, continua ad evolvere, adattarsi ed imparare per tutta la vita e non solo in determinate età come si pensava un tempo. È il fenomeno noto come plasticità cerebrale. La corteccia visiva, per esempio, può essere “allenata” a farsi carico delle funzioni di altre parti della corteccia collegate a sezioni di nervo ottico e retina ormai compromesse. Anche una vita fisicamente attiva e ricca dal punto di vista relazionale influisce in maniera determinante sulla salute e sulla capacità di recupero.

Esistono, perciò, forti elementi che rendono possibili sia la prevenzione che il percorso di riabilitazione.

Non va dimenticato, però, l’aspetto psicologico che può pesare quanto e più di quello fisico. La reazione dell’anziano alla ipovisione attraversa, infatti, tutti gli stadi del lutto perché la perdita della vista viene vissuta come una drammatica perdita di una parte di sè. “Ansia e depressione – spiega Simona Turco, oculista e Referente per la ricerca del Polo Nazionale – diventano una malattia dentro la malattia, soprattutto nel caso di patologie che peggiorano progressivamente”.

“Gli oculisti, – è stato il messaggio principale del Simposio – devono tenere conto di questo aspetto psicologico esattamente come tengono conto della pressione o della vascolarizzazione. Comunicazione empatica, informare nel dettaglio, sfatare i falsi miti (per esempio che la degenerazione maculare porta al “buio” della cecità ), coinvolgere familiari e care giver nel flusso delle informazioni: ecco i passaggi fondamentali ai quali si affianca la sonministrazione di semplici e rapidi questionari (PHQ-9 screening per depressione; GAD-7 screening per ansia)[1] che aiutano l’oculista a cambiare modalità della comunicazione, trattamenti e visite di follow-up ed eventualmente, ad indirizzare la persona assistita verso un’assistenza psichiatrica o psicologica”.

“Tutti noi – conclude Simona Turco – dovremmo cambiare livello di comunicazione: smettere di parlare di riabilitazione ipovisiva e iniziare a parlare di riabilitazione della persona ipovedente.  L’anziano, infatti, è investito nella sua interezza dal trauma dell’ipovisione. Ed è solo con l’insieme della sua persona – il corpo e la mente, i punti di forza e le debolezze – che se ne può sollevare”.


[1] La Psicologia come Scienza della Salute: Pre-atti del XII Congresso Nazionale Associazione S.I.P.S.A. Società Italiana di Psicologia della Salute. Firenze, 3-5 novembre 2017 –  Pag 132, capitolo IPOVISIONE E DEPRESSIONE […] Emanuela Rellini, Stefania Fortini, Simona Turco

L’approccio integrato nella riabilitazione dell’anziano

Oftalmologia

Il Polo Nazionale Ipovisione partecipa al 99° Congresso della SOI. Appuntamento il mercoledì 20 novembre 12:30 – 14:00 – SALA ELLISSE.

Tra il 20 e il 23 novembre 2019 si tiene a Roma il 99° Congresso nazionale della Società Oftalmologia Italiana che celebra, anche il 150° anno dalla sua Fondazione. Durante questo appuntamento, ospitato nel Centro Congressi Rome Cavalieri[1], il Polo Nazionale Ipovisione condurrà il simposio: LA RIABILITAZIONE VISIVA NEL SOGGETTO ANZIANO: L’APPROCCIO INTEGRATO OTTICA, REFRAZIONE, CONTATTOLOGIA MEDICA, IPOVISIONE

L’appuntamento è alle ore 12:30 presso la sala Ellisse

Ecco programma della sessione con l’elenco dei temi e dei relatori:

12:30

Chi è l’anziano oggi – R. Bernabei

12:45

L’aspetto neuropsicologico dell’anziano complesso – G. Onder

13:00

Gli aspetti psicologici dell’anziano ipovedente – S. Fortini

13:10

Riabilitazione visiva nell’anziano: modello d’intervento della regione Veneto – E. Pilotto

13:20

Riabilitazione visiva nell’anziano: modello d’intervento della regione Toscana – V. Murro

13:30

Riabilitazione visiva nell’anziano: modello d’intervento della regione Lazio – M. Cesareo

13:40

Riabilitazione visiva nell’anziano: modello d’intervento della regione Puglia – M.C. Costa

13:50

Discussione

14:00

Fine della sessione


[1] Centro Congressi Rome Cavalieri via Cadlolo,101 00136 Roma (LINK)

Google Maps lancia la nuova funzione per ciechi e ipovedenti

Avviata negli Stati Uniti e in Giappone una narrazione audio approfondita per aiutare a muoversi anche nei percorsi che non si conoscono, aumentando la libertà, il senso di sicurezza e l’autonomia di chi non ci vede.

“Sono una donna legalmente cieca a Tokyo –  ha raccontato Wakana Sugiyama sul Blog di Google Keynote – e, in quanto tale, so quanto sia difficile spostarsi in ambienti non familiari. Sono capacissima di spostarmi dalla porta di casa al mio posto di lavoro, perché è un percorso che faccio regolarmente e conosco a menadito. Ma, senza la vista a guidarti, camminare in luoghi sconosciuti può intimorire. Spesso mi faccio accompagnare da un amico. Se sono sola, però, a volte decido di rinunciare”.

La nuova funzione che Google Maps ha svelato in occasione della Giornata Mondiale della Vista è stata concepito proprio per venire incontro alle esigenze di persone cieche e ipovedenti e consiste in una narrazione audio approfondita dell’ambiente circostante.

L’accompagnamento vocale aggiungerà informazioni quali: “È un grande incrocio, presta attenzione”. Oppure: “Stai andando nella direzione giusta, la prossima svolta si trova tra circa 200 metri”.

In molti, a sentire la notizia, hanno fatto il collegamento con Waze il sistema di geo localizzazione considerato tra i supporti più avanzati per le persone portatrici di “disabilità” perché capace di suggerire i percorsi più accessibile in termini di barriere architettoniche ed ostacoli.  Con la nuova funzione, Google Maps sembra aver abbracciato lo stesso principio.

Sugiyama, che è una analista economica per Google ed è stata coinvolta nel progetto, ha detto che “queste informazioni aiutano a riempire il vuoto e a sentirsi a proprio agio camminando. Con un accompagnamento vocale approfondito, la consapevolezza del percorso che devo fare scivola sullo sfondo della coscienza e posso concentrarmi su cosa farò una volta arrivata. Per chi ha il dono della vista, questo può non sembrare granché ma, per chi è ipovedente, è un grande aiuto nell’esplorare da soli luoghi e itinerari sconosciuti”. 

La funzione, al momento, è attiva in inglese per gli Stati Uniti e in giapponese per il Giappone e sarà resa disponibile in nuove lingue e Paesi nel corso del tempo.